2.15 Il rapimento

Serenissimo Prencipe

Havendo sempre questa ben instituta Republica con le sue santissime leggi provisto che non sia licito ad alguno usar violentia in rapir gli beni, facultà, né meno le persone, come è occorso li 6 settembrio prossime passato nella villa de Lavazzola, in contrà di San Martin, territorio di Conegliano, nella persona di Bernardina figliola del quondam Baldissera Delacia, figliolo di me povero Thomio Delacia.

Qual, havendo in custodia detta putta de ettà de anni dieci in circa, governandola fino al suo tempo del maritarla, è venuto in mente a Giacomo figliolo de Vanzo Bigai, della villa de Visina, volendo ingiustamente impatronirsi della robba et facultà spettante a essa putta, sì come, con malo modo et male arte, puoco avanti haveva desviata Malgarita, madre di essa putta, fatta setta con huomeni, rapir per forza et violentia detta Bernardina, qual era in un campo de fasuoli, portandola per forza a casa sua, se ben cridava quanto poteva.

Et per colorir tal sua violentia et ratto, asseriscono haver contratto matrimonio, sperando con tal immaginatione andar essenti de un tal et tanto enormissimo delitto.

Per il che, essendo comparso io povero Thomio davanti il reverendissimo episcopo di Ceneda per proveder all’indenità di detta povera putta mia figliola et atiò fusse anullato tal asserto et invalido matrimonio, contrario ad ogni legge et decreto dil sacro santo Concilio tridentino, è stato per sua reverendissima signoria terminato che detta putta mia figliola sia messa in deposito, fino tanto che si conoscerà sopra l’invalidità di tal asserto invalido, doloso et clandestino matrimonio.

Detto Giacomo, pur volendo continuar in tal suo mal animo et cattivo preposito, da tal pronuntia si hano appellato dal reverendissimo Legatto apostolico.

Io povero Thomio antedetto, volendo che la giustitia habbia suo loco et che per esempio de altri, questo Giacomo, insieme con altri complici, siano castigati secondo che merita un tal et tanto enorme delitto, sì come sempre questo illustrissimo Dominio ha fatto in simil sorte de delitti.

Perché humilmente supplico Vostra Serenità, io antedetto povero Thomio, si degna delegar questo così importante caso alli clarissimi signori Avogadori de commun, overo dove pare a Vostra Serenità atiò habbino da dar la condegna pena che merita un tanto neffando et enorme delitto.

Et alla sua buona gratia, humilmente genibus flexis, mi raccomando.

1564 17 novembre

Che respondi alla oltrescritta supplicatione il potestà et capitano di Conegian…

(filza 318)