2.96 La grandine

Serenissimo Principe

Alli 14 di maggio vene nella villa di Spineda territorio di Mestre così grande tempesta che tolse a noi miseri contadini di detta villa tutte le biave et fave et le uve et la speranza di poterne haver per lo spatio d’anni tre; et in somma ha fatto tanta ruina che moveria pietà ad ogni animo crudele.

Nè havendo in tanta nostra ruina et desperatione a cui ricorrere senon alla pietà di Vostra Serenità, però noi poveri contadini sopradetti humilmente comparemo ai suoi piedi supplicandola con ogni humile affetto a dignarsi per sua benignità di concederci essentione personale per anni otto o quel tanto che parerà alla sua molta benignità, acciochè col mezo et aiuto di così piu suffragio possiamo passar la misera nostra vita cotto la felice ombra della Serenità Vostra.

1593 a 2 giugno

Che alla sopradetta supplicatione rispondi il podestà e capitano di Mestre…L’istesso facci il podestà e capitano di Treviso…

(filza 346)