2.90 Le difese per patrem

Serenissimo Principe

Per causa della morte del quondam messer Piero Tomitan furono proclamati per il clarissimo podestà de Uderzo Zuanne et Domenego fratelli di Pedroni, Tonin Pedron et Silvestro loro fameglio, come quelli che pensate et appostate havessero commesso detto eccesso.

Li quali, consapevoli della loro innocentia, tutto che poveri contadini, si sono tutti presentati alla giustitia et, doppo longhissime formationi di processi, dal pensamento sono stati assolti et liberati.

Ai quali, essendo stato intimato che in termine di giorni nove dovessero appresentarsi, considerando l’infelici il stato suo misero, essendo stati con molta spesa anco intorno il pensato nelle carceri, fu a nome delli predetti, nell’officio clarissimo dell’Avogaria, tolte littere che, fatendo delictum, il padre fosse admesso alla diffesa di Tonin Pedron figliolo et che li altri fossero admessi a potersi diffender per procuratorem.

Le qual litere, per impotenza delli prefati miserabili et poco curandosi chi per loro comparea di qui, par fossero revocate sotto il dì 17 maggio prossimo passato.

Et mandata subito la revocatione a Uderzo, la quale non sì tosto capitò alle mani del clarissimo podestà che, senza che ditti miseri et infelici essendo lontani dal detto loco habbiano havuto alcuna notitia, di subito la matina seguente furono espediti et come absenti sono stati banditi in perpetuo con pena della vita, videlicet Zuanne, Domenego et Tonin Pedron; et Silvestro a tempo con pena della galia.

Et essendo questa l’ultima desolatione di queste afflitte famiglie, senza loro colpa, intendendo li predetti Zuanne, Domenego, Tonin et Silvestro voler far sua escusa et nelle forze della giustitia appresentarsi, essendo state fatte queste espeditioni in un subito, come Vostra Serenità intende con la presente, a nome delli prefati, genuflessi si supplica Vostra Serenità che voglia esser contenta, non ostante detta espeditione in absentia et senza loro saputa seguita, concederli gratia di potersi appresentare nelle forze della giustitia, dove che se saranno colpevoli pronto sarà il castigo, sì come anco essendo innocenti cosa ragionevole è che sentino la loro liberatione et che non restino in tal modo esuli.

Et sì come ogni equità et giustitia ricerca.

Et a Vostra Serenità humilissimamente si raccomandano.

1584 27 agosto

Che alla sopradetta supplicatione rispondi il podestà di Uderzo…Et l’istesso faci quel podestà che ha fatto la sententia, dando egli medesimo la detta risposta in mano di uno delli secretari deputati alla Signoria nostra…

(filza 338)