2.88 Il contadino

Serenissimo Prencipe, Illustrissima Signoria

Già quattro anni sono che, essendo prevenuto alle orecchie delli clarissimi rettori di Padova et alli magnifici deputadi, molti gridori de poveri sudditi vostri, habitanti nelle vicarie poste nel territorio di essa magnifica città, li quali si lamentavano delle molte et insopportabili estorsioni et oppressioni fatte a loro dalli ministri di esse vicarie, commessero alli magnifci sindici di esse vicarie che si elleggono dal consiglio di essa magnifica città, che tolto uno delli eccelentissimi signori giudici della corte del clarissimo signor podestà, dovessero andar a formare inquisitione et processi se in esse vicarie erano fatte estorsioni et manzarie et le oppressioni suddette.

Li quali andorno et particolarmente nella vicaria di Conselve inquirirno et formorno processi contra diversi ministri, tra quali si ritrova un certo Alessandro Ferro, contadino di Casale, il quale contra le leggi di essa vicaria decretade dalli clarissimi capitani di questa magnifica città, quattro anni continui ha tiraneggiato essa povera vicaria.

Et con infiniti receveri, mandati et compendi falsi et altri falsi pretesti s’ha imborsato grossissima summa di danaro.

Il qual Alessandro, di commissione del clarissimo podestà, fu il reggimento passato, fu constituido et ritenuto.

Par mò che essendo hora rilassato con sicurtà, se ne vadi a suo piacere dove più gli pare et dovendosi espedire il caso del rubbamento fatto da lui con tante falsità, al presente va disseminando et protestando in scrittura che non intende trattar il merito della causa, ma solamente far giudicar la nullità del processo et la incompetentia del giudice.

Et a questo modo cerca di proponere articoli per differir la cosa così in lungo che non si vegga mai il fine del suo rubamento et in consequenza per non far mai la restitutione et fuggir la pena che per tanto delitto se li deve per giustitia.

Però, trattandosi in questa causa negotio di tanta importantia quanto è un rubbamento fatto con falsità a tante povere vedove et pupilli et altre persone miserabili, a fine che una volta, dopo tanto tempo, si venga a fine di questa causa, si supplica Vostra Serenità, in nome della fidelissima sua città di Padova, che tolte le debite informationi dal clarissimo signor capitano di Padova o da chi meglio li parerà, voglia in gratification sua dellegar tutta la cognitione del caso contenuto nelli processi sopra ciò formati alli clarissimi signori rettori di Padova et sua eccelentissima corte, acciochè con la innapellabilità delle sententia finalmente sia termianto negotio di tanta importantia.

1584 7 april

Che alla sopradetta supplicatione rispondino li rettori di Padova…

(filza 338)