2.78 Le campagne di Sebenico

Serenissimo Principe

S’attrovava in così pericoloso stato gli anni passati la povera villa et suoi fedelissimi huomini et vassalli delle Vodice della giurisdittion di Sebenico, che se non venivano aiutati et soccorsi dal clarissimo signor Rimondo Gritti, che ultimamente fu conte e capitano di detta città et territorio, convenivano abandonar quel luoco per le molte insolentie che ricevevamo da turchi delli castelli di Rachitruzza et Daslina a quella vicini, perché, né in tempo di notte, né di giorno, potevimo esser dalle loro molestie sicuri, perché trovandosi quella villa sua con le habitationi di quei sudditi suoi sparse chi in una, chi in altra parte, da ogni hora et tempo ne volevano et potevano venir in casa.

Al che sua signoria clarissima providde con molta consolatione de tutti essi huomini con far redur l’habitatione di cadauno in certo circuito da sua signoria clarissima disegnatone, vicino ad una acqua dolce et perfettissima, che al canto del mare si trova. Et quelle d’intorno, cioè tutto esso circuito sino nel mare fatto, serrar di buona massiera, con le sue porte che tenimo serrate, et con il qual modo n’ha preservati dalle tirannie turchesche et anco de più levato ad essi turchi il modo di poter esser più così facilmente intorno detta acqua che dava occasione a molti disordini.

Ma non bastando questo, per compita sicurezza di ditti sudditi suoi, essendo detta villa posta di qua dal canal della città, ben però nella terraferma verso ponente et discosti per terra circa miglia cinque da essa città, et più per mare, dove in alcun modo si può venir da essa se non con traghettarsi, perché mentre che il giorno s’atrovano essi huomini nella campagna possono esser assai facilmente da ditti turchi vicini offesi, pratticando lì d’intorno molti martelosi et caiduci, che non tanto robbano li animali, ma assassinano le persone et tolgono delle anime; et però hanno mandato commissione a me Zuanne Smianovich Carrambassa, uno d’essi huomini, de comparer alli piedi suoi, come riverentemente faccio et humilmente la supplico per nome de tutta essa villa et huomini che la si degni pagarne una guarda dal giorno, come fa a molte altre ville di quel territorio, perché noi anchora possiamo più securamente et animosamente attender al lavoriero della campagna, il che farà che anco meglio li clarissimi rettori potranno esser avisati del transito di mala gente et li clarissimi capi da mar o sopracomiti, mentre vengono come occorre ben spesso et altri vascelli a far acqua.

Con che, alla buona gratia della Sublimità Vostra io et tutti essi huomini fidelissimi vassalli suoi se le raccomandiamo.

1581 14 ottobre

Che alla sopradetta supplicatione rispondi il conte di Sebenico… et l’istesso facci il conte ritornato ultimamente da Sebenico…

(filza 335)