2.70 Una consuetudine perduta

Serenissimo Principe, Illustrissima Signoria

La terra di Asolo de Trivisana godea già tempo il commodo di certo officio che si chiamava la banca del Men, dove ordenariamente sedeano tre cittadini honorevoli et intendenti, elletti et approbati de tempo in tempo, per antiquissima consuetudine, nel loro conseglio, con carico di udire et terminare le controversie civili, le quali non eccedevano però la importanza di certa poca summa.

Era aponto questo carico di grandissimo ben ai poveri littiganti, essendo che havevano presta et summaria espeditione de le loro piccole difficultà, non potendo il clarissimo signor rettore, occupato et nelle cause maggiori et nei criminali importanti , attendere alla importunità dei poverelli, secondo il loro desiderio.

Le guerre passate, li accidenti dei tempi, la mutatione di molte cose, hanno causato che la ellettione di questo neccessario officio, da certi anni in qua, è compitamente andata in desuso, quella fidelissima communità restata priva di così gratiosa consuetudine et li poveri littiganti aggravati di maggior spese, con maggior et assai più longo disturbo nella espedition delle loro cause, perché essendo nei presenti tempi in grandissimo numero le difficultà di pochissima importanza, si affaticano oltra modo per esser espediti, non potendo al sicuro la diligenza di chi si sia rettore supplir ai loro bisogni, senza danno grandisismo et delle cause importante ed delli molti casi criminali che ogni giorno vanno a crescendo.

Se sonno avveduti li poveri distrettuali de quella terra di così evidente loro incommodo per il mancamento de questo officio et hanno per ciò instato che quella sua fidelissima communità dia loro il braccio per procurare da Vostra Serenità gratia della perduta così commoda consuetudine.

Laonde et la terra fidelissima di Asolo et il territorio tutto humilmente supplica Vostra Sublimità che si degni conciederli che di nuovo sia instituido l’officio suddeto del men, al quale nel conseglio di quella terra siano elletti tre cittadini per terminar le difficultà tutte da lire vinti in giù della terra et territorio, con l’appellatione al clarissimo retiore, senza però diminution alcuna de salario et utilità del clarissimo signor podestà, a fine solamente che renovata la perduta consuetudine possino più facilmente esser espedite le loro difficultà et lasciato più commodo tempo al clarissimo signor podestà di attender alle cause gravi et alla espedition dei casi criminali importanti, come è mente di Vostra Serenità.

Alla cui buona gratia humilmente se raccomanderemo.

1580 20 genaro

Che alla sopradetta supplicatione rispondi il podestà et capitano di Treviso…et l’istesso facci il podestà di Asolo…

(filza 334)