2.54. La presentazione

Serenissimo Prencipe, Illustrissima Signoria

Seguitta la morte del quondam Zuanne da Montagnana, qual fu da incogniti ammazzato in Este, in tempo di notte l’anno 1571, formato il tal qual processo, pieno di contrarietà et in molte sue parti falso, ottenuta prima ampla authorità da Vostra Serenità di poter bandir da terre e luochi, con confiscatione de beni et taglie li delinquenti, parve a quel magnifico podestà, mosso d’alcune suspittioni (come egli attesta), far proclamar alle pregioni me povero et infelice Peregrino Musocho, imputandomi insieme con messer Piero Zanne che, mediante l’opra et consiglio mio, habbi con altri incogniti, la notte de dì 15 febraro, levato di vita esso Zuanne, seben innocentissimi,

Nell’hora che l’infelice fu ammazzato s’attrovavamo lontani dal loco dell’homicidio per più de miglia dieci.

Però essendo io d’ogni imputatione lontano, per dir se non quanto aspetta a me, niente dubitando dell’horribil proclama in questa mia etade senile, di forze deboli et impotente dalla povertà ancho oppresso, mi son volontariamente posto nelle forze del reggimento d’Este, sperando con prestezza liberarmene per giustitia.

Nondimeno, dimorato per molti mesi dove sogliono star li presentati, se ben cosa nova, quel magnifico podestà non ha veduto contra di me essasperato, mi fece serrar in una stretta pregione, dove son stato per più de mesi quattro in gran calamità.

Ma infine sua magnificenza, inspirato da Dio, senza esser da alcuno ricercato, mi licenziò dalle pregioni et mi mandò a casa mia, dove la mia famigliola periva dalla fame.

Hora mò, ha parso a questo magnifico podestà farmi da novo alle carcere apresentar et quantunque s’habbi dimostrato a sua magnificenza non v’esser inditio alcuno et men suspitione contra di me, anzi esser impossibile che questo delitto mi habbi pur pensato di farlo commetter, sua magnificenza con tutto ciò ha statuito, lasciando tutto il resto da canto, farmi poner alla corda, benchè, et per l’ettà che oltra li anni 60 et per l’indispositione del corpo, ciò per le leggi non convenghi, oltra che apparendo nel processo originale alcune vitiature, i suoi ministri che l’hanno scritto et offitiali che sono stati essaminati et tra loro son molto diversi et contrari non mancano di qualche sospitione di falsità.

Per tutte queste cagioni ho havuto ricorso alli clarissimi signori Avogadori di commun et fatto venir giù la copia del processo, pretendendo dimandar intromissione dell’atto seguito et ho dal clarissimo avogador Michiel ottenuto intromissione ad reaudiendum, il quale scrisse anche che, stante la sudetta intromissione, il tutto dovesse star in sospeso.

Ma perché il processo è lunghissimo et quando paresse al sudetto clarissimo avogador di confermar et placitar la sua intromissione nell’eccelentissimo Consiglio di Quaranta, questo non si potrebbe fare se non con molto tempo; et intanto, spirata la sospensione del mese, quel clarissimo rettor vorrebbe al tutto in esso caso far quello li paresse.

Et perché è alteratissimo contra di me et delli miei diffensori et mi ha in diversi modi minacciato di mandarmi in rovina, comparendo con questa mia riverentemente ai suoi piedi la supplico che, havuta informatione che si deve dalli clarissimi signor Avogadori, nelle mani dei quali è anchor la copia del preditto processo, si degni rimetter il detto caso al magnifico successore che doverebbe entrar in ditto regimento alli 20 di luglio prossimo. Il qual, libero d’ogni affetto, conforme alla pia mente di Vostra Serenità, eserciterà quella giustitia che si deve a salute dei buoni et castigo degli scelerati.

Devotamente in sua buona gratia raccomandandomi.

1577 17 maggio

Che alla sopradetta supplicatione rispondino li Avogadori di comun…et l’istesso faci il podestà di Padova…

(filza 331)