2.52 Faida e procedura

Serenissimo Principe

Fra tutte le contentezze et gratie che la Serenità Vostra ha in ogni tempo benignamente concesso alli soi fidelissimi sudditi è stata da tutti havuta et stimata sopra modo cara et giusta quella di non permetter che alcuno sia giudicato da giudice del quale si potesse haver una minima suspitione.

Da che confidati, noi Antonio Fornagiero et Bortholamio de Romagnola, da Rovigo, suoi divotissimi servi, siamo ricorsi ai piedi suoi, humilmente, esponendole come ritrovandosi presentati alle priggioni del clarissimo messer Antonio Quirini, podestà et capitano di Rovigo, il quondam Zuan Maria Tolleto, padre et Zanetto figliuolo per la morte del quondam Pietro Fornagiero, fratello di me Antonio, da loro trucidato con undeci ferite, con animo pensato, non contenti di star in priggione aperta, per gratia et cortesia usatagli dal detto clarissimo rettor, essi Toleti, padre et figliolo, andavano vagando fuori del suo loco delli presentati per la città di Rovigo, dove a loro pareva et piaceva.

Laonde, essendo stà trovati fuori del detto suo loco de presentadi, nella pubblica strada, fu da me Antonio Fornagiero, ammazzato esso Zuan Maria Tolleto.

Et essendosi noi retirati et salvati dopo il fatto nella chiesa di San Francesco, fossimo levati dalla ditta chiesa et retenti di ordine del sudetto clarissimo rettor Quirini, contra la dispositione delle leggi divine et humane, essendo il loco sacro refugio sicuro a cadauno, massime in casi simili al nostro, puro et senza alcuna mala qualità.

Sopra di che, havendo li nostri intervenienti havuto ricorso al suffragio delli clarissimi signori Avogadori di comun, afine che fossimo restituiti alla chiesa dalla quale eramo stati levati, ci furono per giustitia concessi diversi suffragi in tali casi ordinari dalli clarissimi signori Avogadori Basadonna, Barbarigo et Michiel, alli quali esso clarissimo rettor non volse obbedir, ricusando di metter l’opinione sua in scrittura, se dovevamo esser ritornati alla chiesa o no.

Per il che fussimo necessitati alla fine di appellarsi dall’atto della nostra retentione, il quale fu poi intromesso dal clarissimo Avogador Michiel et tagliato nell’eccelentisismo Consiglio di 40 al criminal, dopo infinite spese per noi patite rispetto alle longhezze et inbedientie usateci da sua magnificenza clarissima nell’essequir le littere delli clarissimi signori Avogadori, così avanti la intromissione, come avanti il placito di detto nostro caso.

Et per aggionger a noi maggior travaglio, con notabile avantaggio della parte nostra adversaria, mentre che se ritrovava in questa illustrissima città l’eccellente messer Bernardin Fornagero dottor, barba et defensor solo di me Antonio, esso clarissimo podestà venne al far della signatura nel caso dell’assassinio proditorio del quondam Piero mio fratello, per il qual si ritrovava presentato esso Zanetto Tolleto, assolvendolo dal pensamento, senza che in detto caso io havesse potuto far usar delle mie ragioni contra esso Tolleto.

Per il che fossimo astretti impetrar lettere dal clarissimo Avogador Michiel, per le quali veniva commesso a sua magnificenza che non essendo publicata essa signatura, dovesse riponer il processo in corte iuxta il costume et uso ordinario di terraferma et assignarci termine habile a dir et usar delle ragioni nostre in detto caso.

Ma sua magnificenza, continuando a far atti in tutto favorevoli ad essi Tolletti nostri adversari, et contrari al giusto et honesto, in luoco di tornar a spedir il caso sopra il pensamento, iuxta la forma delle lettere del clarissimo Avogador Michiel, fece intimar al detto Zannetto Tolletto che el si dovesse presentar per il puro.

Et in ultimo, havendo noi dopo seguito il taglio della nostra retentione nell’eccelentissimo Consiglio di 40 al criminal, ottenuto lettere dal predetto clarissimo Avogador Michiel, con le quali gli è commesso che a nostra instantia debba formar processo se il quondam Zuan Maria Tolleto fu da noi morto fuori del loco delli presentati et metter l’opinione sua in scrittura se esso Tolletto poteva esser in quel loco dove seguì il caso impune offeso et morto, esso clarissimo signor podestà, operando in tutto al contrario di quello è commesso per lettere del clarissimo Avogadore, ha da sé stesso fatto essaminar alcuni testimoni, senza che fossero citati, né per noi nominati, né produtti.

Il che diede occasione al detto messer Bernardin Fornageri, barba di me Antonio, di far un protesto a sua magnificenza clarissima alli 23 fevraro passato, che non pretendavamo di dover esser da lei giudicati in detti nostri casi.

Però, avisati noi et astretti da tanti notabilissimi torti a noi per diverse vie usatici dal detto clarissimo Quirini presente podestà et capitano, supplichemo riverentemente la Serenità Vostra che la si degni per giustitia delegar tutti doi questi casi, così quello della morte del quondam Pietro Fornageri, come quello della morte del quondam Zuan Mattia Tolleto, al clarissimo podestà e capitano di Rovigo suo successore, affine che noi Fornageri, suoi fidelissimi servitori, possiamo esser sicuri che ci sia amministrata in detti casi giustitia sincera et lontana da ogni suspitione, come è giusto et conveniente.

Et come speramo di dover esser gratiosamente essauditi dalla incomparabile benignità et clementia di Vostra Serenità, nella cui buona gratia si raccomandamo inchinevolmente.

1577 9 marzo

Che alla oltrescritta supplicatione rispondi il podestà et capitano di Rovigo et ben informato delle cose in essa contenute, visto, servato et considerato quanto si deve ne dica l’opinion sua con giuramento et sottoscrittione di man propria, secondo la forma delle leggi. Et l’istesso faci il nobil homo Alvise Michiel Avogador di comun.

———- 3 ——— 3 Consiglieri: d. Zuan Francesco Donado

———- 2 ——— 2 d. Marco Giustinian

———- 0 ——— 0 d. Francesco Bernardo

d. Giacomo

d. Francesco Corner

Stante la sopradetta pendentia fu dalli sopradetti eccelentissimi signori Consiglieri posto immediate il bossolo bianco che oltre il podestà et capitano di Rovigo et Avogador Michiel, rispondi anco alla predetta supplicatione il podestà di Padova; il verde di non; il rosso non sinceri. Et furono:

—–/——- 5

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Preso che rispondi Padova, Rovigo et Avogador sopradetto.

(filza 331)