2.48 La caccia

Serenissimo Principe, Illustrissima Signoria

Li poveri contadini della podestaria di Triviso per sustentar le sue famiglie sogliono il tempo dell’invernata, quando le campagne sono aride, andar ad uccellar per il Trivisano con reti, cani, lazzi et altri instrumenti atti alla paissà, godendo di quel benifficio che la maestà di Dio manda generalmente all’huomo, sicuri che non sii mai stata mente della Serenità Vostra il voler che li poveri, perchè non hanno il modo di tenir sparivieri, falconi et simili uccelli da rapina, siino privi di poter nel modo che possono, per sustentacion loro, prender di quelli animali che sono mandati dal cielo, come par intendono et hanno voluto intendere li magnifici cittadini della magnifica città di Triviso, li quali non vogliono che Dio benedetto mandi queste salvadicine, salvo che per li loro piaceri et solazzi.

Et a questo fine altre volte feccero pignorare essi miseri contadini, facendoli abrusciar li instrumenti che si ritrovavano per tal effetto.

Et in somma li proibiscono paissar nel modo predetto.

Onde fu dalla Serenità Vostra l’anno 1557 scritto alli clarissimi rettori di Triviso che non obstante alcuni proclami permettessero che essi contadini potessero paissar et che li fussero restituiti li pegni tolti in essecutione de essi proclami, non obstante le qual lettere li vien devedato l’uccellar et paissar.

Nè sapendo come metter fine a questi travagli, salvo che con la suprema mano della Sublimità Vostra, però supplicano li capi di collonello di essa podestaria che tolte, quelle informacioni che li parerano in questo proposito, si degni Vostra Serenità conceder ad esi poveri contadini il potter al tempo dell’invernata, quando non si può dannegiar la campagna, paissar godendo del benefficio dei cieli, che mai fu ristretto ad alcuno.

Et alla bona gracia di Vostra Serenità humilmente si raccomandamo.

1575 17 febraro

Che alla sopradetta supplicatione risponda il podestà et capitano di Treviso, il quale ben informato della continentia sua, visto et servato quanto si deve, dicano l’opinion loro con giuramento et sottoscrittione di man propria, giuste le leggi.

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Consiglieri: d. Zuan Donado, d. Gasparo Renier, d. Vido Moresini, d. Domenego Duodo, d. Luca Michiel

1576 9 marzo

Fu da novo ballotata l’oltrascritta informatione al podestà et capitano di Treviso et furono

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Consiglieri: d. Polo Tron, d. Vido Morosini, d. Domenego Duodo, d. Luca Michiel

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