2.36 Un rettore caparbio

Serenissimo Principe, Illustrissima Signoria

E’ grandissima la disgratia di noi poveri Sabastian Frignole et Zuane, li quali essendo stati a torto condannati dal clarissimo signor podestà di Asolo per imputation di haver menato a casa nostra con lusinghe la Fior mia nuora et moglie de detto Zuane mio fiolo, ancora che consti in processo il contrario et che il padre de detta Fior querellanti, conosciuta la nostra innocentia non habbi voluto che si procieda contra di noi, et tamen siamo stati condannati cento ducati: cosa pur troppo dura da sentir.

Et quel che è peggio, havendo fatto cittar li querelanti al taglio di detta sententia, è stato risposto ‘fiat ius’

Nondimanco il clarissimo potestà predetto come nostro adversario s’è presentato et s’è fatto nominar nostro adversario in detta presentation, come da libri publici dell’officio delli signori Auditori Novi chiaramente si vede.

Nè contenta sua magnificenza di voler far litte con noi civilmente, essendo nasciuta una lieve missela sopra la festa in villa de Asolo, nella qual furno seguite parole et alcune percosse de bastoni con legierissime ferite, come spesso intraviene tra huomeni de villa per occasion de ballar et forsi anco del bever, sua signoria clarissima ha chiamato alle preggioni tutta la nostra fameglia, cioè figlioli, fratelli et nepoti tutti di casa nostra et me povero Sebastiano, in tanto che siamo ruinati afatto se havemo ad andar tutti in preggione,

Ma perché siamo sicuri che ogni volta che sua magnificenza clarissima non ne fosse sospetto per le raggion intese da Vostra Celsitudine noi saressimo liberati da tutto questo travaglio.

Però con quella debbita et humil reverentia che siamo tenuti, supplichiamo Vostra Serenità che constito delle cose premesse voglia deleghar il caso nostro a Bassan, Castelfranco, Cittadella o altro loco più vicino o dove meglio li parerà, a fine che noi poveri et infelicissimi subditi possiamo usar le raggion nostre davanti iudice non interressato et che non ci sia adversario come è sua magnificenza, ma che con li termini della iustitia conosca et le nostre raggione et quello che contra noi vien opposto con candor et sincerità di animo.

Et in buona gratia di Vostra Sublimità humilmente mi raccomando.

1571 alli primo di ottobre

Che rispondi alla presente supplicatione il potestà et capitano di Treviso…

(filza 325)