2.26 Retroscena

Serenissimo Principe et Illustrissima Signoria

Havendo noi poveri del territorio di Feltre exposto alla Sublimità Vostra li nostri doi gravami contenuti nella supplicatione ai piedi suoi fin l’anno passato produtta, l’uno che essendo astretti, possiamo dir per forza, condur li sali da Treviso a Feltre, a rason de soldi 12, seben ne spendiamo più di 30 il staro, per non dir il saccho, essendo assai più di staro; et seben si soleva volontariamente condure per il conveniente pagamento de soldi 24 et più il staro, che c’eran datti dalli intervenienti, sive datiari, della spettabile communità.

Et l’altro che noi poveri solamente, parte del detto territorio, per l’artifficio che si usa, siamo mandati a tal effetto, con extrema iatura nostra et di povere nostre famiglie, domandando d’opportuno rimedio et come nella detta supplicatione.

Sopra la qual, havendo la Serenità Vostra comesso et scritto al magnifico podestà et capitano di Feltre, sotto dì 23 mazo del ditto millesimo, che cittatis cittandis et servato quanto si deve dovesse con giuramento, secondo la forma delle leggi dir il parrer suo per haver la giustifficatione solita et ordinaria.

Non solamente è statto tenuto tal mezo, et non possiamo credere se non per opera dei nostri adversari, che esse lettere non siano se non ultimamente statte presentate a sua magnificencia, per preiudicar alle nostre grandissime raggioni.

Ma anco, essendo noi poverini comparsi davanti detto magnifico podestà per far la comprobatione de tutte le cose in essa nostra supplicatione contenute, iuxta el solito, acciò che si vedesse chiara et manifesta la verità di quella, non habbiamo mai potuto pur haver gratia de esser uditi, non che admessi secondo la ferma intentione della Sublimità Vostra, havendone sua magnificencia risposto d’esser più che informatissimo di questo fatto.

Il che n’han fatto grandemente maravigliar et dubitar di qualche mala imprehensione, causata dalli astutissimi adversari, tanto più che siamo statti sforcciati partirsi senza altra littera di risposta, che si solita dare alli aggravati, per haverci detto il cancelliero di sua magnificencia haver ordine di comparrer lui de qui.

Nè sappiamo altro. Nè meno habbiamo potuto haver licentia a tempo delle nostre comissioni, che dubittando di qualche altro sinistro accidente siamo, si può dir, venuti volando.

I quai disordeni, perchè porriano causar che tutte le nostre raggioni non fossero così exposti alla Sublimità Vostra, siamo però costretti da novo comparer alli suoi clementissimi piedi, supplicandola, quanto al primo nostro gravame, se le par di cometter al presente magnifico podestà, che è venuto da novo, che servatis servandis et cittatis cittandis, habbia da noi quella giustifficatione sopra di esso, che si ricercha alla verità, acciò che più fondatamente et giustifficatamente si possa venir a quella deliberatione che parrerà alla Sublimità Vostra conveniente, overo far dar fuori le ditte lettere di risposta, per poter devenir a quella resolutione che si conviene alla molta giustitia della Serenità Vostra, alla qual si rimettiamo in tutto et per tutto.

Et quanto al secondo, essendo venuti alcuni che pretendono esser uditi, siamo contenti, sì come genibus flexis rechiedemo la Serenità Vostra, che udite le raggioni dell’una et l’altra parte si degni conciederci il suffraggio nella preallegata nostra supplicatione dimandato, videlicet che tutti quei del detto territorio che vengono a recever benefficio et sonno all’extimo, tengono et fanno boarie, siano sottoposti alla condutta preditta et non noi poverini solamente.

Alla cui bona gratia humilmente si raccomadamo.

1569 alli 27 di april

Che alla sopradetta supplicatione rispondi il podestà et capitano di Feltre, citati et uditi quelli che possono havere interesse, et considerato et servato quanto si deve ci dica il parer suo, con giuramento et sottoscrittion di mano propria, secondo la forma delle leggi et furono:

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Consiglieri: d. Zuan Francesco Donado, d. Lorenzo da Mula, d. Marin di Cavalli, d. Piero Sanudo, d. Paulo Tiepolo.

Exemplum

Serenissimo Principe, Illustrissima Signoria

Alcuni poveri del territorio di Feltre, fidelissimi servitori della Sublimità Vostra, essendo ogni anno astretti, contra ogni dover et honestà, più presto per gli artifici usati dalli intervenienti della communità di quel luoco condur, con tanto loro danno et interesse, si puol dir per forza, li sali da Treviso a Feltre, a rason de soldi dodese per staro, con tutto ne spendino trenta et il datiaro per tal causa, de lì sia tenuto et obligato pagar ad essa communità lire mille e ducento, delli quali una pocha micca è risposa [corrisposta] a detti poveri mercenari et il resto convertito in proprio uso d’essi intervenienti et, quod peius, sonno accettati quei potenti et richi per li mezi illiciti che tengono et che doveriano esser sottoposti alla detta fattione.

Il che, essendo abuso manifesto et di tanto gravame et interesse a detti poveri supplicanti, di quanto può considerar la Serenità Vostra, sono stati astretti, per rimediar alli grandissimi inconvenienti che sono seguiti et segueno, et alla total sua ruina, di comparer alli suoi piedi et genibus flexis supplicar la Sublimità Vostra ad esser contenta di proveder non solamente che sia de cetero risposo per essi intervenienti, di tempo in tempo, a rata portion delle ditte lire mille e dusento, che li vien pagata dal daciaro ut supra per tal conto a quelli che effettualmente condurano i detti sali, ma anco tutti quelli del detto territorio che vengono a recever benefitio d’essi sali et che tengono et fano boarie, siano sottoposti alla condutta predetta, come è giusto et conveniente.

Pregando nostro signor Iddio per la prosperità et augumento di questo felicissimo stato et di Vostra Illustrissima Signoria, alle quali humilmente si raccomandemo.

(filza 323)