2.2 I dottori del territorio di Padova

Serenissimo Principe, Illustrissima et Excelentissima Signoria

Con iustissimo gravame sonno sforzati li districtuali della comunità del teritorio di Padoa, ricorere alli piedi di Vostra Serenità, aciò che quella con la sua sapientia se degni proveder ad un grandissimo torto che vien fatto alli loro studenti quando sono dotorati et che ragionevolmente devono esser admessi nel Collegio di doctori di Padova, per esser provisto per li statuti di esso Collegio che etiam li districtuali adotorati in Padoa da esso Collegio, possino esser admessi in quello, come li nobeli e citadini della città de Padoa.

Né a questo è prefisso numero alcuno, dummodo essi dotorati habbino provate tutte quelle incombentie et requisiti che recerchano li statuti de esso Collegio.

Nondimeno, Principe Serenissimo, molte volte, senza alcuna legitima causa, essi districtuali, ancho che habbino iustificato tutto quello ricerchano ditti statuti, per la malignità de alcuni doctori giovani dela città, che fano pratiche e conventicule insieme, contra essi del teritorio doctorati, non venghono admessi nel Collegio preditto.

Sì come avenne del 1549 alo excellente doctor messer Almerico de Montagnana, qualle non ostante che havesse probati tutti li requisiti deli statuti de esso Collegio, non fu admesso a quello, contra ogni debito de raggion.

E del 1552 et del 1553 et anche ultimamente del mese de maggio prossimo passato recesseno lo excellente doctor messer Francesco Falaguasta da Montagnana, qual simelmente havea aprobati tutti li requisiti dali statuti de esso Collegio.

Quali requisiti si fano con grandissima spesa e faticha de essi doctorati, né alla persona sua si potea, nemen se facea oposition alcuna, senon che fu detto nel Collegio predito che ‘non erat bonum sumere panem de manibus filiorum’, volendo inferir che admettendo li districtuali conventati nel Collegio preditto, se minuiva le utilità de lor doctori padoani.

Et perché, Serenissimo Prencipe, questo inconveniente non vien se non da alcuni doctori giovani padoani, per le conventicole sono tra lhoro, a preiuditio de essi districtuali, il che tamen è con despiacer deli doctori provetti che tantti ve ne sonno e celebri in ditto Collegio.

Onde, se non se li fa oportuno rimedio, in breve tempo non vorano più acettar alcun doctor dele terre e destreti de Padoa, perhò il territorio con tutto veramente che come è noto a Vostra Serenità, è quello che paga il datio di carri, col qual se paghano li excellentissimi doctori legenti in Padoa, né partecipa d’altra honorificentia in detta città di Padoa che di questa.

Suplica humilmente la Vostra Serenità che si degni scriver alli clarissimi rectori di Padoa che pigliano piena information deli preditti desordeni, e, secondo, che detti clarissimi rectori responderano, far poi quella provision che gli parà, aciò se diffantino le conventicole de ditti doctori giovani contra essi districtuali e se proceda como conviene ala gravità et reputatione del preditto Collegio, con sincerità e bona mente, come si solea far per il passato.

Et alla bona gratia di Vostra Serenità quel suo fidelissimo territorio tutti hunitamente, gienibus flexis, humilmente si raccomanda, sperando ottener dala giustitia, clementia et infinita sua bontà in ciò giusta et grata resolutione.

Qual il sumo Iddio longamente conservi sana, prospera e felice con augumento del stato suo.

1554 18 novembris

(filza 311)

Respondeant huic supplicationi domini rectores Paduae…