2.114 L’intrigo dell’onore

Serenissimo Principe,

Il commun nostro di Orgiano, territorio vicentino, essendo habitato da seicento fuochi et posto in loco fertile, doveria chiamarsi felice, nientedimeno, havendo in quello beni alcuni cittadini vicentini vogliono scordarsi d’esser ancor loro sudditi della Serenità Vostra et tiranneggiare noi poveri huomini del detto commune. Et con tutto che habbiamo, Principe Serenissimo, sopportato mille insulti nelle persone nostre, nientedimeno è diventato tanto insopportabile l’imperio di questi tali che si fanno lecito violar le nostre figliuole vergine, levar l’honore alle vedove et sforzar le nostre proprie sorelle et mogli, così che non siamo più sicuri nelle proprie nostre case; oltre che s’occorre far pagamenti di pubbliche gravezze overo denontiar alla giustitia li delitti che seguono nel commune, li degani vengono bastonati, feriti et amazzati.

Talchè siamo sforzati abbandonar le nostre case, quando non venimo soccorsi dalla somma prudentia et benignità della Serenità vostra, ai piedi della quale humilmente presentiamo alcune poche estorsioni, sforzi et casi delli molti che sono stati commessi a quelli del nostro commun dalli sopradetti cittadini in essi nominati, supplicandola che, tolte sopra ciò le debite informationi, si degni la serenità vostra, quelli dellegar all’officio dell’Avogaria, acciochè li testimoni possano, senza timore della sua vita, dir la verità et, con il mezo dell’eccellentissimo Consiglio de XL al criminal, siano estirpate queste tiranie et ridotto in libertà il nostro commun, secondo la pia et santa mente della serenità vostra. Gratie.

1605 a dì 19 agosto

Che alla sopradetta supplicatione et capitoli in essa inseriti rispondano li rettori di Vicenza et ben informati delle cose in essa contenute, visto, servato et considerato quanto si deve, dicano la loro opinione con giuramento et sottoscrittione di mano propria, secondo la forma delle leggi, facendo far nota sopra la risposta del luoco et nome del supplicante con una sopracoperta sigillata, con la mansion direttiva a Sua Serenità, rimandando il tutto per cavallaro o altra persona pubblica et furono consiglieri:

ser Domenico Dolfin

ser Zuan Malipiero

ser Anzolo Bragadin

ser Zuan Francesco Grimani, capi di 40 V.C.

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Non detur exemplum nisi cum licentiam Illustrissimi Dominii.

Homicidi, sforzi, violentie et tiranie, usate contra li huomini e donne del commun d’Orgiano da domino Paulo Orgiano, vicentino, e suoi compagni e bravi.

1. Ammazzò un vacaro perché non gli volse dar un cane.

2. Ha ammazzato un suo servitore strangolandolo et dopo strangolato gli fece dare un’archibugiata et poi lo fece portare in alcuni prati, con dar ad intender che ivi fosse stato ammazzato da altri.

3. Ha levato in tempo de note Franceschina, figliastra di Lorenzo Artuso per forza et l’ha sforzata et goduta.

4. Dominica Vanzana, vedova di età di 45 anni in circa, perché gridava a una sua nepote che facesse male con il detto Paolo, da quello gli vien butato giù la porta in tempo di notte con sei compagni, l’usa et l’abusa la sera dell’Annunciata nel qual giorno detta Dominica Vanzana s’era communicata et si può dir che anco haveva il santissimo sacramento in bocca.

5. A Toso gli mena via Franceschina sua moglie.

6. A Dominica Contina vedova, gli buta giù la porta con un pezzo di muro, di notte, et quella sforza appresso et alla presentia di quattro sue povere figliuoline.

7. A Vicenzo Malhosto, perché haveva fatto parole con uno suo amico, cercò levargli la vita e butargli giù la porta, e non lo fece perché gli fu detto che detto Vicenzo non era in casa, seben vi era.

8. Bastian Remolato, ricercato da detto Paolo che dovesse giocare, rispondendo che non haveva danari, essendoli trovati danari adosso da detto Paolo lo battè et lo lassò per morto.

9. Lorenzo Granciero perché s’haveva essaminato per l’homicidio fatto da detto Paolo del vacaro sopradetto, doppoi tre [dì] gli dete delle ferite a morte.

10. Tenta violare Cattarina sorella d’Andrea Oliveto, non seguì l’effetto per sopravenir gente.

11. Marieta moglie di Zavoia di Zavoi con grandissimo pericolo si salva per non esser sforzata.

12. Lorenza Zavoia vien quasi levata per forza da detto Paolo et alla madre che s’oppose gli dete delle bote.

13. Con minaccia disfà il sponsalitio di detta Lorenza, dicendo che la voleva goder lui et non voleva in modo alcuno permetter che si maritasse et si lasciò intender che chi la volesse pigliare per moglie sarebbe stato ammazzato da lui.

14. Marieta moglie di Gieronimo detto Bogoto vien sforzata publicamente da detto Paolo et compagni.

15. Una melonara del Cagnano che era stata a vender meloni a Orgiano, incontrata da lui nella publica strada, alla presentia dei passeggieri, vien sforzata et usò seco.

16. Melchiore Cavazzola, perché si lamenta che detto Paolo habbi sforzato Chiara sua moglie, vien ferito da lui di due stiletate.

17. Dominica figliuola di Battista Comacchio, giovine da marito, vien sforzata da detto Paolo.

18. Battista Comacchio, padre di detta Domenica, perché la menò nel Trivisano, voleva ammazzarlo.

19. Battista medesimo, perché voleva prestare un spontone ad uno a cui detto Paolo l’haveva levato, vien batuto da lui.

20. Gianetto Bellino, perché si voltò quando lui batteva detto Battista, gli dete dell’archibugio nella testa dicendo: “Ho accoppato degli altri, accopparò te ancora.”et detto Gianetto restò mezo morto in terra.

21. Nel Colognese incontrando certi preti che accompagnavano un morto alla sepoltura, gli levò le candele di mano per forza con scandolo del populo.

22. Doralice figliuola di Mattio Migliara vien pigliata da lui et data a Ottoberto Fracanzano: «Ecco la tua Doralice», dicendo: «Vatila a godere», ma quello non volse accettare l’invito.

23. A Giovan Maria Manopoli leva una sua massara per forza et la conduce a casa sua et da lui vien goduta.

24. I Trafava, lavoratori dei illustrissimi Marcelli, perché stano su la sua porta doppo l’avemaria, sono assaltati da costui et suoi compagni per capriccio et vengono bastonati.

25. Il guardiano dell’hospital di Orgiano piglia moglie assai vistosa, lui non portando rispetto al luogo sacro, gli andò a far diverse mattinate et una volta tentò rompergli la porta et di questo ne resta le vestigie impresse nella detta porta delle bocche degli arcobusi.

26. Una povera donna vien con inganno fatta andare nei campi et ivi vien sforzata.

27. Bonato Gianoli vien levato da una casa sotto specie d’amico di notte et quando fu nella strada, gli sbarò detto Paolo un terzarolo contra, ma non lo colse et poi cercò ammazzarlo col calcio del terzarolo, lo ferì nel viso, ma quello gli scappò dalle mani, mercè della notte oscura.

28. Zuanne di Rossi, degan del ditto commun, fu manazzato che non desse denontia della detta archibusata et perché voleva darla, fu in casa sua in tempo di notte ferito a morte.

29. Ditto Bonato Gianoli gli fa pace perché gli promette non più molestarlo, ma incontrato un’altra volta da lui, vien assalito per capriccio, ma quello si salvò in casa del signor Antonio Orgiano.

30. Giovanni Gianoli a un’ hora di notte, dimandato da detto Paolo che dovesse aprir la bottega et dargli un poco di spago, quello aprendo, vien preso in mezo da due huomini di detto Paolo et lo vogliono ammazzare con gli calci degli arcobusi. Quello, per l’oscurità della notte facendo un poco di sforzo, per voler di nostro Signore Iddio si salvò, lassando la sua bottega aperta.

31. Calidonia putta vergine di anni 23, vien sforzata da detto Paolo.

32. Cerca detto Paulo ammazzar Gierolamo Bernacchia perché non voleva sposare Catarina sua donna et per questa causa convenne partirsi da Orgiano.

33. Al predicatore, perché riprendeva i vitii, manda pubblicamente a dirli che parla altramente, perché gli haverebbe rotto la testa.

34. L’hosto di Fosano, perché non volse dare della carne a un suo parente, vien aspettato da lui alla strada et lo trattò malamente che fu per morire.

35. Alli boari del signor Luca dal Ferro, che erano venuti a messa col suo patrone, taglia le haste che erano appoggiate alli muri.

36. Fa prender le porte ai suoi huomini con arcobusi bassi, per levar la vita al signor Luca dal Ferro se havesse voluto far risentimento delle tagliate haste. Usa parole imperiose con detto signor Luca, dicendo “Sin adesso l’ho havuta con vostri boari, ma hora la vorrò con voi”, ma quello lo placa con parole humili.

37. Isabetta Fideletta vien levata dalla villa di Spessa e condutta a casa sua et ivi facendosi lume l’un con l’altro, l’usano et abusano talmente che lei per otto giorni andò del sangue dalla banda di dietro.

38. Agnese dalla Villa del Ferro vien condotta a son di bastonate et ivi è malmenata dal soddetto.

39. Fiore vien fatta levar da lui di notte, nuda, et li huomini che andorno a far questo eccesso, quando furno vicini alla casa di questo, finsero d’esser viandanti e non saper la strada. Quelli cominciorno a battere alla porta di Vicenzo marito di detta Fiore et Vicenzo aprendo, pensando veramente che dicesse il vero, aperse la sua porta et gli cominciò a insegnar la strada. Loro fingeva di non intenderlo, lo pregorno che di gratia dovesse andar un poco più innanzi a insegnarli la detta strada; lui andò un poco più avanti per far questo. Doi che erano restati a dietro ascosi, entrorno in casa, pigliorno la giovine così nuda come era et la menorno via. Il marito, che voleva far resistenza, in questo fu quasi morto dalli detti con archibugiate et la detta giovine fu con horribil crudeltà condutta così discalza e nuda in mezo inverno, onde per il gran freddo patito stette 16 giorni con vessiche ai piedi et condotta a detto Paulo, fu usata et abusata et anco da un altro usata.

40. Chiara moglie di Bernardin Bertoldo, vien sforzata nei campi.

41. Berto Ferraro vien minacciato, se non darà una sua figliastra ad uno suo amico, che l’ammazzarà.

42. Una povera sorda che haveva una figliuola di 14 anni per paura di detto Paulo è sforzata menarla sin a casa di detto Paolo gridando e piangendo detta putta.

43. La domenica passata, che fu li 5 del corrente, trovando Giovanna Busa che era alla presentia di molte genti, disse queste parole formali: «Busa, io voglio fotere tua figliuola questa sera» e lei dicendo: «Per l’amor de Dio, non fatte questo», quello con minacciose parole cominciò a biastemare e volto alla giovine: «Va inanti che io ti voglio fotere», onde fu sforzata andarvi per paura. Luni, che fu poi alli 6, la scacciò fuori di casa senza usarli cortesia di sorte alcuna.

44. Francesco Zanin, degan del ditto commun, la vezilia di san Lorenzo prossimamente passato, fu bastonato dal signor Antonio Orgian et condotto a morte per haver denontiato certi suoi sequestri.

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