2.103 Gli ebrei di Verona

Serenissimo Principe, Illustrissima Signoria

Finito il tempo dell’ultima condotta di noi poverei hebrei habitanti in Verona, ha parso al Conseglio et Deputati di quella città di ridure in un luoco in essa chiamato ghetto.

Sopra di che ha preso parte, quale dalla Serenità Vostra è stata confirmata nell’eccelentissimo Senato.

Onde noi siamo astretti a far molte spese et lasciar i nostri soliti aviamenti. Del che però si siamo contentati come fedelissimi et divotissimi sudditi et siamo prontissimi ad esseguir quel tanto che è piaciuto alla Sublimità Vostra et di breve vi sarà data totale essecutione, essendo di già il luoco in buon termine fatto a nostre spese.

Et essendo necessario fermar nova condutta, humil et reverentemente la supplichiamo a concederlaci per quel tempo che le parerà opportuno, dovendo noi vivere et negociare della maniera che habbiamo fatto per il passato, non fenerando et pagando per ricognitione quel tanto che parerà alla serenità Vostra d’imporci, sicuri che per la solita sua benignità non ci graverà più di quello che possano portar le nostre deboli forze, rispetto anco alla qualità del tempo presente et delle molte spese estraordinarie che ci convengono fare per entrar nel ghetto.

Et dovendo noi di più esser obligati a contribuire nella spesa dei banchi di questa inclita città et per li banchi di Mestre et giusta la parte dell’eccelentissimo Senato 1590 et 1596 ultimo genaro, nelli capitoli quarto et sesto, inclusi nella condotta degli hebrei di Venetia in tutto e per tutto. Alle quali spese non eravamo obligati nelle passate condotte. Gratia.

1599 a 5 luglio

Che alla sopradetta supplicatione rispondano li Officiali al Cattaver… Et l’istesso faccino li rettori di Verona…

(filza 352)