4.6 L’archivio dei Saraceno

Nella contesa tra Euriemma e i parenti agnati Saraceno la vicenda dell’archivio familiare costituisce un capitolo di estremo interesse. Dopo la morte di Pietro Saraceno, i suoi parenti (zia Ludovica in testa) scendono da Vicenza sino al lontano villaggio di Finale (siamo ai confini con il Padovano). Discesa sin troppo plausibile, verrebbe da dire, considerando la morte del loro parente. In realtà Euriemma e i suoi avvocati fanno presente come tale discesa fosse del tutto interessata. I Saraceno rimangono a Finale due giorni e tre notti, con seguito di servitori. Alloggiano nel palazzo del defunto, il cosiddetto palazzo delle trombe. E’ il consueto periodo necessario per procedere alle esequie del defunto. Ma i Saraceno provvedono pure a requisire l’archivio che Pietro Saraceno conservava in due camere del palazzo, trasportandolo poi a Vicenza (insieme alla nipote). Si tratta di una mossa abile che lascia presupporre come i Saraceno non si fidassero di quest’ultima e volessero cautelarsi impadronendosi di tutte le carte familiari. Con l’archivio in loro possesso, le istanze di Euriemma venivano indubbiamente rese più deboli. La richiesta di copia di documenti non poteva essere negata di fronte alle istanze degli avvocati, ma evidentemente le pretese di Euriemma non avrebbero potuto avvalersi di quella visione d’insieme che solo il possesso di tutti i documenti avrebbe permesso. Si tratta di una vicenda che dimostra chiaramente quale importanza assumessero gli archivi personali per le famiglie aristocratiche dell’epoca.