13.11 Una donna impudica

L’onore femminile, nella supplica seguente, è declinato esplicitamente nella dimensione agnatizia.

Serenissimo Prencipe, Illustrissima Signoria,

Il quondam domino Gioanni Arcole nella sua ordinatione testamentaria fatta l’anno 1591 commisse il governo dei figli et della facoltà alla fede di madonna Cecilia Brusasorze sua consorte, raccomandandole principalmente l’honestà della vita vedovale.

Vorrei che si potesse dire che i figliuoli venissero bene et costumatamente educati et si potesse anco credere che la facoltà fosse fidele et diligentemente custodita, ma chi ha notitia dell’impudicitia di questa madonna, come ha essa dishonorato la conditione del morto marito et fatta offesa a quelle ceneri, tenendo pratica carnale impudentemente con persona del sangue, l’eccellente domino Gentil di Piccoli, germano carnale del marito, conviene esser sicuro che et la robba et l’educatione dei figliuoli vadi di paro col governo di se stessa et del proprio suo honore.

Io Zuan Daniel Arcore fratello conosco di essere in obligo di non sofferire che la giustitia non s’habbia ad acertare di questa verità, onde ne siano questi incestuosi castigati et corretto il vituperio che ne potesse ricevere l’honorevolezza della fameglia, col tacere.

Però ne vengo ai piedi di Vostra Serenità et poichè in Legnago sinceramente non posso proseguire quest’ingiuria, sendo il reo uno dei due soli dottori che si trovano in quella fortezza, et congionto strettamente con li nodari, ai quali spetta la formatione del processo.

Ma quello che è molto considerabile essendosi esso Gentili reo publicatosi uno dei principali servitori et fautori del clarissimo Provveditore nelle passate turbulentie.

Che havuta informatione di questa suplicatione dalli clarissimi rettori di Verona, ad essi poi si degni delegar la cognitione et giudicatura di questa offesa fatta all’honore di una fameglia benemerita et serva di Vostra Serenità.

1593 27 agosto

Che alla sopradetta supplicatione rispondano li rettori di Verona…