1.3 Trasmissioni

La successione ereditaria è essenzialmente una trasmissione: di cose, di valori, di aspettative… Possiamo individuare una serie di aspetti che si collegano direttamente alla successione ereditaria, soprattutto se questa si manifesta tramite il testamento:

1) La trasmissione implica necessariamente una serie di interrelazioni simboliche: tra chi trasmette e chi è chiamato a succedere; ma anche tra chi trasmette e chi, nella propria percezione, si sente escluso. Una relazione intensa è data anche rispetto al passato: chi trasmette conserva spesso nella propria memoria chi l’ha preceduto e, comunque, si rapporta ad un passato provvisto di valori e di ideologia, aggiungendo che questo stesso passato ha comunque pure, molto spesso, implicazioni giuridiche che esplicitamente pongono dei limiti; così come la trasmissione ha pure una dimensione che si colloca nel futuro, nel senso che il testatore lo percepisce come una sorta di propaggine e di estensione di se stesso (questo è ad esempio percettibile chiaramente nelle disposizioni fedecommissarie); infine la trasmissione successoria si colloca in un contesto sociale che entra direttamente in relazione con tutti i  protagonisti, in particolare con il testatore: il contesto sociale rappresenta, in un certo senso, le strette correlazioni tra successione testamentaria e successione ab intestato.

2) La trasmissione testamentaria è un atto sociale, ma anche giuridico. Le sue formalità e le sue modalità sono di estrema importanza. Quali vie infatti può seguire colui che decide di trasmettere appositamente ciò che gli appartiene? La forma che più colpisce è quella del testamento olografo, cioé scritta di proprio pugno dal testatore. In genere è però il notaio che veicola, tramite formule consolidate le disposizioni testamentarie (cfr. il saggio su Polissena). E la presenza, più o meno cospicua, di testimoni conferisce al testamento i tratti della sua solennità. Il testamento veneziano per breviario attesta invece il timbro consuetudinario della trasmissione ereditaria. Un’informalità che, quasi di certo, era molto diffusa prima che l’attività notarile si radicasse e si estendesse. Anche le forme di pubblicità del testamento, cioé le modalità che lo rendevano esecutivo, erano molto importanti. Alcune apposite magistrature cittadine richiedevano, ad esempio, che il testamento venisse loro presentato perché questo potesse essere valido. Altre forme testamentarie, invece, ritenevano sufficiente il semplice atto notarile.

3) Le norme giuridiche relative alle disposizioni testamentarie erano ovviamente importanti; trattati, consilia e scritti di giuristi in genere attestano l’importanza del diritto romano in materia testamentaria. Ma gli statuti cittadini si soffermavano esplicitamente sulla successione ab intestato.

4) Gli antropologi si soffermano sulla distinzione tra trasmissione unilineare o bilineare (per via maschile e femminile). Di certo si tratta di distinzioni che si applicano in maniera non uniforme a tutti i gruppi sociali. Le pratiche di esclusione ( come ad esempio l’istituto della dote congrua) si contrapponevano ad una più diffusa esigenza di equità. A qualificare i tratti della trasmissione stava comunque il punto di riferimento centrale costituito dalla definizione dell’ideologia della parentela (cognatizia o agnatizia, estesa o limitata), così come la presenza di determinati istituti (ad esempio la fraterna).

5) Ogni tentativo di definire in maniera rigida ed esclusiva i tratti della trasmissione ereditaria è comunque improprio, in quanto questa, molto spesso, era estremamente flessibile e si adattava alle congiunture economiche.

6) La dimensione politica entro cui la trasmissione si svolge è altrettanto importante. I gruppi parentali, come nel caso dell’aristocrazia, possono essere intimamente collegati alla dimensione politica istituzionale e al controllo dei conflitti e sono dunque maggiormente in grado di contenere le ripercussioni economiche sulla successione ereditaria.

7) Appare evidente che, nonostante, e in quanto, la successione testamentaria rifletta indubbiamente pressioni di tipo economico e politico, è comunque provvista di forti valori simbolici. Valori, connessi alle aspettative di individui e di gruppi, ma anche alla certezza della morte e alla dimensione sovrannaturale.